ANNO 14 n° 119
Giovedì Web
Red Star, il sistema
operativo spia
di Pyongyang
di Samuele Coco
31/12/2015 - 02:00

di Samuele Coco

VITERBO - Si può affermare senza indugi che,con la nascita del cosiddetto mondo dell’informatica moderna, sia iniziato anche quello che è l’eterno dualismo tra Microsoft ed Apple. Entrambe le aziende americane, infatti, con i loro sistemi operativi hanno giocato un ruolo fondamentale nel lungo percorso che ha portato alla definitiva consacrazione dei calcolatori domestici.

Se Apple è sempre stata una sorta di scelta elitaria, con Windows la casa di Bill Gates ha invece raggiunto praticamente tutte le case e gli uffici del mondo. Persino il sorvegliatissimo regime nordcoreano si è dotato di PC basati su Windows XP per permettere ai suoi cittadini di apprendere i principi base dell’alfabetizzazione informatica. Questa scelta è però è destinata a cambiare: il famoso leader Kim Jong ha fatto commissionare un sistema operativo appositamente per sostituire le macchine basate su quello “capitalista”.

Red Star (questo il nome ufficiale del prodotto) è infatti pronto dal 2013, ma solo recentemente dei ricercatori europei ne sono riusciti ad entrare in possesso. Analizzando i contenuti di questo sistema è evidente che l’obiettivo di Pyongyang sia quello di controllare la popolazione. Redstar utilizza un sistema basato su Linux Fedora che integra firewall e antivirus impossibili da disabilitare per l’utente; la connessione ad internet è altrettanto filtrata dal governo, impedendo così agli utenti di accedere a contenuti non tollerati dal regime. Infine, tutti i file presenti o aggiunti al sistema vengono segnati e segnalati, permettendo così ad eventuali ispettori di conoscere l’origine e il tipo di oggetto presente su ogni computer.

Il sistema è basato su una distribuzione Linux ma è completamente ispirato alla “filosofia” dei sistemi Apple. L’interfaccia grafica risulta infatti spudoratamente copiata dagli ultimi sistemi operativi della casa di Cupertino e persino le applicazioni presenti all’interno, come il calendario, l’editor di testo o il browser, sembrano voler ricalcare l’idea di Apple di offrire all’utente un sistema dotato di tutto il necessario già pronto per l’uso.

A Pyongyang hanno compreso che il computer e il suo sistema potrebbero rappresentare una pericolosa breccia all’interno della muraglia dietro la quale si trincera il regime nordcoreano. L’idea di creare un sistema serve anche ad evitare che le possibili “backdoor” di Windows o Mac possano inconsapevolmente permettere il passaggio di molte informazioni. Il problema della privacy e della sicurezza degli utenti è argomento attuale in rete, creando continue dispute proprio tra chi sceglie la gabbia d’orata di Apple rispetto ai già noti “spifferi” inviati in background da Windows.

Scegliere da quale parte stare spetta solo all’utente, ma l’importante è che un sistema come Red Star, che rappresenta la dittatura e la censura informatica per eccellenza, non prenda mai forma anche fuori da Pyongyang.





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